Domanda: di Piera da Milano
Risposta: di Dott.ssa
In via teorica no, cioè potrebbe bastare la somministrazione per bocca dei farmaci a creare la sedazione voluta, ma il posizionamento di un cateterino endovena aggiunge il vantaggio della titolazione della profondità desiderata delle sedazione, consentendo di adattare al meglio le dosi dei farmaci secondo il bisogno del singolo paziente (ogni individuo ha una sua intrinseca tolleranza ai sedativi, dipendente dall’età, condizioni fisiche, pregresse esperienze ecc) e dell’intervento in corso(più o meno invasivo), oltre a permettere la somministrazione immediata di qualsiasi altra sostanza si rendesse necessaria per emergenza. Si inizia con un dosaggio di farmaco/i calcolato sulla base dell’età, peso, stato di salute del paziente e se ne aggiungono altre dosi a seconda delle necessità del paziente e dell’intervento. In caso di sedazione eccessiva sono disponibili antidoti a rapida azione, utili eventualmente al termine dell’intervento. Quindi in definitiva un accesso venoso è sempre utile,consentendo anche la idratazione mediante fleboclisi nel caso di procedure prolungate. Se il tempo lo permette (occorre almeno una mezz’ora dalla applicazione ),lo staff può applicare sulla parte che verrà incannulata (mano, avambraccio ,piega del gomito) una pomata anestetica locale o uno spray di anestetico locale che attenua grandemente fino ad eliminarlo del tutto il fastidio della venipuntura. Un altro vantaggio della somministrazione endovenosa consiste nella rapidità degli effetti, in genere dell’ordine di qualche minuto ,a confronto delle diverse decine di minuti necessarie per la comparsa della sedazione per via orale.
La via endovenosa per la sedazione è sempre necessaria?
Risposta: di Dott.ssa
In via teorica no, cioè potrebbe bastare la somministrazione per bocca dei farmaci a creare la sedazione voluta, ma il posizionamento di un cateterino endovena aggiunge il vantaggio della titolazione della profondità desiderata delle sedazione, consentendo di adattare al meglio le dosi dei farmaci secondo il bisogno del singolo paziente (ogni individuo ha una sua intrinseca tolleranza ai sedativi, dipendente dall’età, condizioni fisiche, pregresse esperienze ecc) e dell’intervento in corso(più o meno invasivo), oltre a permettere la somministrazione immediata di qualsiasi altra sostanza si rendesse necessaria per emergenza. Si inizia con un dosaggio di farmaco/i calcolato sulla base dell’età, peso, stato di salute del paziente e se ne aggiungono altre dosi a seconda delle necessità del paziente e dell’intervento. In caso di sedazione eccessiva sono disponibili antidoti a rapida azione, utili eventualmente al termine dell’intervento. Quindi in definitiva un accesso venoso è sempre utile,consentendo anche la idratazione mediante fleboclisi nel caso di procedure prolungate. Se il tempo lo permette (occorre almeno una mezz’ora dalla applicazione ),lo staff può applicare sulla parte che verrà incannulata (mano, avambraccio ,piega del gomito) una pomata anestetica locale o uno spray di anestetico locale che attenua grandemente fino ad eliminarlo del tutto il fastidio della venipuntura. Un altro vantaggio della somministrazione endovenosa consiste nella rapidità degli effetti, in genere dell’ordine di qualche minuto ,a confronto delle diverse decine di minuti necessarie per la comparsa della sedazione per via orale.